Richard Prasquier, presidente del CRIF (consiglio rappresentativo delle
istituzioni ebraiche di Francia), chiede con insistenza che i Bleus, al pari di certe squadre
nazionali di calcio che si trovano attualmente in Polonia per il “Campionato
d'Europa delle nazioni 2012”, si rechino in pellegrinaggio ad Auschwitz. Il
guaio è che Auschwitz è diventato la Disneyland della Più Grande Menzogna dei
Tempi moderni, vale a dire della menzogna delle pretese camere a gas
hitleriane.
È probabile che, come tutti, i Bleus s’immaginano che gli edifici dei
crematori di cui si ritiene che contengano delle camere a gas omicide fossero
situati in luoghi altamente segreti e isolati. Orbene essi scoprirebbero ad
Auschwitz-Birkenau (Auschwitz II) che il primo di questi crematori era visibile
da tutt’attorno, era collocato in una zona sovraffollata del campo ed anche –
oh gran sorpresa! – era adiacente letteralmente ad un campo di calcio chiamato Sportplatz
o Fussballpatz; e tant'è vero che i prigionieri che giocavano a
calcio di fronte agli spettatori dovevano a volte andare a recuperare il loro
pallone nel cortile di questo crematorio. Nei pressi si trovava anche un campo
di pallavolo [1]. È nel campo
centrale di Auschwitz I che era situata la piscina dove talvolta si svolgevano
incontri di pallanuoto non lontano dal crematorio oggi totalmente bidonato ad
uso dei turisti. (“Tutto lì è falso”, scriveva lo storico ortodosso Eric Conan
ne L'Express, 19-25 gennaio
1995, p. 68 [2]).
I nostri Bleus troverebbero anche
interesse alla presenza di un bordello per i detenuti.
Gli si nasconderebbe che i
capelli, le scarpe, gli occhiali che si fanno parlare (“We are the last
witnesses” / “Noi siamo gli ultimi testimoni”, come è scritto al Museo
nazionale dell'Olocausto a Washington) non sarebbero testimonianza di gasazioni
di esseri umani ma semplicemente di ciò che ad Auschwitz come in innumerevoli
punti di un'Europa in stato di assedio e di penuria si recuperava, riciclava o
trasformava ogni sorta di scarto proveniente dallo stesso luogo o da altrove. I
capelli servivano all'industria tessile; in Francia, ad esempio, i parrucchieri
avevano l'obbligo di raccogliere i capelli tagliati e di portarli due volte a
settimana ad un ufficio di recupero; è così che nelle “Actualités françaises” cinematografiche si poteva udire un
presentatore annunciare che ormai un innamorato poteva indossare un maglione
fatto in parte con i capelli della sua bella. Quanto alle lattine dell'insetticida
Zyklon B (prodotto inventato sin dagli anni 1920 dall'assistente di un chimico
ebreo di nome Fritz Haber), portano testimonianza che i Tedeschi erano
preoccupati dell'igiene e della salute e non di ammazzare.
Gli storici non pare che credano
troppo alle “camere a gas naziste” ma gli istrioni continuano a prendersi gioco
delle persone ingenue: “The show must go on. There's no business like
Shoah-Business”: lo
spettacolo deve proseguire; non c'è business che valga lo Shoah-business.
Tuttavia allo show di Auschwitz e delle sue grossolane prese in giro si può
preferire uno spettacolo di Dieudonné con i suoi veri cannelloni e sull'aria di
Shoananas [3].
Traduzione a cura di Germana Ruggeri
[1] R. Faurisson, "Auschwitz-Birkenau : soins hospitaliers et activités
sportives dans un "camp d'extermination'", 10 gennaio 2006, http://robertfaurisson.blogspot.it/2010/03/test.html.
[2] "Auschwitz : la mémoire du mal", http://www.lexpress.fr/actualite/societe/histoire/la-memoire-du-mal_487340.html.